Di nuova la Cassazione torna sull'argomento
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Continua (e forse non si fermerà mai, vien da pensare) l'eterna diatriba tra necessità di personalizzare il danno e (contemporaneamente) di evitare duplicazioni risarcitorie. Questa volta a tornare in argomento è stata la Terza Sezione della Cassazione, con la sentenza n. 21939 del 21 settembre 2017, che ha ricordato come "le tabelle di risarcimento servono alla riparazione delle conseguenze ordinarie, cioè inerenti ai pregiudizi che qualunque vittima di lesioni analoghe normalmente subirebbe". Il problema è che a livello teorico la differenza è anche semplice, poi le cose si complicano quando si tratta di mettere in pratica. Anyway, su Diritto e Giustizia il testo integrale, con mio commento.
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Ancora su Sentenze La prima causa climatica italiana: come è andata a finire? Danno morale in caso di micropermanenti? Difficile (ma non impossibile) Caduta per strada: il comportamento del danneggiato può integrare il caso fortuito. Termine per il deposito del fascicolo di parte in caso di trattazione orale: è perentorio o no?
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2017-09-22 Segnalato da: Renato Savoia - Fonte: Diritto e Giustizia
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