Il mio commento per corriere.it
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Oramai da molti anni vengono avanzate richieste di risarcimento da parte dei familiari di militari deceduti a causa di tumori contratti a seguito della prolungata esposizione all’uranio impoverito utilizzato nei proiettili e diverse sono a questo punto le sentenze di condanna emesse nei confronti dello Stato Italiano (nella specie del Ministero della Difesa) così come i provvedimenti normativi che hanno previsto specificamente delle indennità (si pensi al D.P.R. 7 luglio 2006, n. 243 oppure alle norme inserite nella Finanziaria 2008).
Da ultimo, la richiesta risarcitoria, questa volta nata dalla morte di un caporalmaggiore con alle spalle una missione in Bosnia a fine anni ‘90, è giunta nuovamente all’attenzione della Corte di Cassazione, che nella recentissima ordinanza n 24180/18, ha da un lato riconosciuto ancora una volta il diritto al risarcimento, e dall’altro ha specificato il rapporto esistente tra l’indennizzo ricevuto dai genitori del soldato in virtù delle normative specifiche e il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale subito dagli stessi.
Ho commentato la vicenda per le pagine di corriere.it, e precisamente a questo link.
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2018-10-08 Segnalato da: Renato Savoia - Fonte: corriere.it
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