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L'assemblea OUA di ieri, la delibera approvata, e cosa ne penso

Materia: Attualità - Fonte: Renato Savoia - 21.01.2012
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Abstract: Resconto delll'assemblea del 20 genaio 2012.



Come preannunciato, ieri 20 gennaio mi sono recato a Roma per assistere all'assemblea dell'OUA.

 

Trovete su molti altri siti il resoconto finale (per esempio QUI) e in ogni caso il comunicato stampa ufficiale con il testo dell'ordine del giorno approvato all'unanimità lo si può scaricare dal sito ufficiale dell'OUA (a QUESTO link).

 

Ora, premesso che non voglio mettere in dubbio in alcun modo la passione e l'impegno di chi si impegna e impegna il proprio tempo nell'OUA, il mio giudizio sul testo appprovato è negativo, decisamente negativo.

 

Per questi motivi:

 

1) Anzitutto prevedere 14 (ebbene sì, quattordici...) iniziative credo sia inutilmente dispersivo, sia per l'avvocatura sia per l'opinione pubblica;

 

2) Lo strumento dell'astensione dalle udienze (volgarmente noto come "sciopero degli avvocati") è uno strumento che forse può essere incivo in determinate realtà territoriali, ma che, per esempio, a Verona (parlo del Foro che meglio conosco) posso dire già fin d'ora sarà un colossale buco nell'acqua, nel senso che saranno molto pochi gli avvocati che vi aderiranno (e io personalmente no di sicuro). L'astensione è uno strumento che infatti danneggia esclusivamente i clienti, non certo il Governo, nei cui confronti la protesta dovrebbe teoricamente rivolgersi. Di più: è uno strumento vecchio, oserei dire stantio, di nessuna utilità per l'Avvocatura. 

 

3) Personalmente non ne posso più (e non sono il solo...) di una Avvocatura che fornisce all'opinione pubblica una immagine di sè come di un gruppo conservatore (nel senso non politico del termine, evidentemente), che conduce battaglie di retroguardia. L'opinione pubblica ci identifica come "quelli che dicono sempre di NO". Sarà anche vero, come ho sentito dire, che "la Stampa ci è aprioristicamente contraria", ma premesso questo chiedo: noi cosa facciamo per farci capire? Cosa facciamo per cambiare l'opinione che si è formata nei nostri confronti? Possibile che sia solo colpa altrui se siamo percepiti così? Perchè dobbiamo presentarci come quelli contrari a qualunque riforma? E' ben vero che mutare la percezione della categoria nella società non è opera che si fa in due giorni, ma se non si comincia mai...

 

4) La lettura stessa del comunicato stampa evidenza un altro problema (che peraltro è stato segnalato anche in qualche intervento di ieri, a mio avviso purtroppo sottovalutato): ovvero che, intesi come categoria, siamo dei pessimi comunicatori di noi stessi. Troppo prolissi, troppo lunghi, troppo negativi. A maggior ragione sui mass media occorre tramettere pochi ma incisivi messaggi. Ieri era presente un troupe televisiva di "Ballarò", a quanto mi è stato riferito. Non ho sentito da vicino l'intervista (ho preferito seguire i lavori che fare da cornice all'intervistato) ma dai toni che mi sono giunti posso dire che temo molto l'immagine che uscirà dall'intervista (che ovviamente verrà tagliata, montata, eccetera...). Oltretutto: se fino a oggi questo modo di comunicare l'avvocatura non ha portato, evidentemente, a nulla, perchè continuare su una strada già battuta?

 

Questi sono solo alcuni spunti, evidentemente.

 

In sintesi io credo che sia ora di pensare a un altro modo di presentare l'Avvocatura all'esterno, di smettere di usare toni da sindacalisti barricaderi (quante volte in questi anni ho letto comunicati stampa ove si parla di "rottamazione della giustizia"? Troppi, decisamente troppi. Possibile che nessuno ricordi la storia di "al lupo, al lupo"?).

 

My two cents,

 

                                                                                               Renato Savoia