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Non ci sono solo avvocati che scioperano e dicono sempre di no

Materia: Avvocati - Fonte: Renato Savoia - 20.02.2012
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Abstract: E' un periodo difficile, ma essere propositivi non ha mai rovinato nessuno. E nemmeno sorridere, se è per quello :)



La settimana che si apre oggi, 20 febbraio, si concluderà con due giorni di astensione, da parte dei colleghi che aderiranno all'iniziativa dell'OUA.


Intanto già sono stati annunciati altri quattro giorni di astensione in marzo, per l'esattezza dal 21 al 24.

 

Io non aderirò.

 

Non aderirò a queste astensioni che reputo inutili, dannose e controproducenti.

 

Mi sembra, cioè, l'ennesima dimostrazione di quella parte dell'avvocatura stanca e vecchia (non in senso strettamente anagrafico, evidentemente) che ripercorre riti inutili, quale l'astensione, e nel frattempo si erge, forse inconsapevolmente ma non per questo in maniera meno grave, a difesa del sistema-giustizia attuale.

 

Non ci sto. Sono stufo e  non ci sto.

 

Non fanno per me questi proclami barricaderi, non fa per me questa sostanziale difesa dello status quo, non fanno per me battaglie di retroguardia o meglio retroguardissima come quella sulle tariffe, non fanno per me le stanche lamentele sullo stato della professione, che peraltro sento ripetere da tredici anni e troppo spesso da colleghi che a parte lamentarsi e aderire stancamente alle astensioni di volte in volta proclamente non fanno assolutamente nulla.

 

Oltre a non aderire, però, voglio fare qualcosa di più: voglio, in questa settimana in modo particolare, provare a dare degli spunti, su come si può a mio avviso cambiare il modo di "fare" l'avvocato.

 

Sia a livello di categoria, sia a livello del singolo avvocato.

 

Di come, quindi, io nel mio piccolo intendo e  quotidianamente cerco di fare l'avvocato.

 

E come prima cosa, voglio partire suggerendo la lettura di un pezzo comparso qualche giono fa su Civile.it, a firma del direttore Valentino Spataro, dal titolo "I consigli dati a chi ha bisogno di un avvocato e non si sogna nemmeno di incaricarlo".

 

Rimando alla lettura integrale, ma voglio segnalare un passaggio:

 

"Non sto parlando di cambiare la deontologia, ma di cambiare la mentalita'.


I clienti hanno dei problemi, ormai non si sognano nemmeno di andare dall'avvocato per principio. Meglio essere tartassati dalla controparte, almeno so cosa mi chiede e glielo do'.


Vogliamo svegliarci ? Basta battaglie sui minimi, qui si tratta di ricostruire un mercato che i rappresentanti degli avvocati e troppi avvocati hanno distrutto, minando quella fiducia che viene tanto sbandierata per proteggere il decoro di una professione."

 

Ah!, dimenticavo (che oramai i lettori più fidati lo sanno, ma c'è sempre qualcuno di nuovo, e quindi è giusto ripeterlo:): sono solo mie idee, e in quanto tali criticabili, risibili, potenzilmente erronee e scapestrate, insomma per dirla alla Basile (e se non sai chi è, ti sei perso uno dei più grandi talenti del basket italiano...) idee "ignoranti".

 

La creazione di movimenti, associazioni, eccetera, la lascio agli altri, che non fa per me. Se poi qualcuno prende spunto o si sente rappresentato da quel che dico, non sarò così bugiardo da dire che mi dispiace.

 

                                                                                         Renato Savoia