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Piccola proposta normativa: lo scambio e deposito degli atti a mezzo pec

Materia: Attualità - Fonte: Renato Savoia - 19.04.2012
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Abstract: Troppo semplice?



Aggiornamento del 20/04/12: il Senatore Perduca su twitter mi fa sapere che parlerà della proposta in Commissione Giustizia al Senato. Staremo a vedere.

 

* * *

 

Anche in questo periodo si sta parlando (e uno si chiede: di nuovo? Sì, di nuovo...) di una riforma del processo civile.

 

Oramai siamo al ritmo di due, tre riforme all'anno, quando invece le regole del processo (perchè di questo di parla) dovrebbero essere il più possibile chiare, certe e determinate.

 

Ma tant'è...

 

Non mi interessa, in questo momento, addentrarmi sulle polemiche relative al fatto cche al primo incontro vi erano rappresentanti di Confindustria, sindacati, eccetera, ma incredibilmente nessun rappresentante dell'avvocatura.

 

Credo che il fatto si commenti da solo, e in ogni caso rimando alla pagina del "Movimento Forense" per vedere le iniziative prese e seguire la vicenda.

 

Voglio qui proporre invece una proposta, a costo zero, che semplificherebbe (un pochino, certo, non stiamo parlando della panacea di tutti i mali della giustizia civile. ma da qualche parte bisogna pur cominciare!) il lavoro degli avvocati: parlo della possibilità (per la verità potrebbe anche essere un obbligo, per quanto mi riguarda, ma comunque non sottilizziamo) di depositare e scambiare gli atti di causa a mezzo della PEC.

 

Visto, infatti, che tutti gli avvocati hanno l'obbligo di essere dotati di questa "benedetta" posta certificata, che non serve praticamente a niente, perchè almeno non permettere agli avvocati da un lato di fare a meno delle lunghe code in cancelleria per il deposito degli atti, e dall'altro di ricevere per via telematica direttamente gli atti e docuemnti della controparte?

 

Basterebbe introdurre all'art. 170 del codice di procedura un quinto comma, la cui formulazione potrebbe essere:

 

"E' facoltà del procuratore costituito scambiare e depositare gli atti, anzichè mediante deposito e scambio cartaceo, a mezzo posta elettronica certificata (PEC). Il procuratore deve inviare l'atto, utilizzando gli indirizzi PEC risultanti dagli atti di causa, con eventuali allegati sia alla cancelleria sia agli altri procuratori costituiti. Al fine del rispetto dei termini si deve considerare l'invio dell'ultima pec".

 

Naturalmente, essendo una proposta di buonsenso e a costo zero, mi rendo conto che le possibilità che venga attuata sono praticamente nulle.

 

                                                                        Renato Savoia

 

Già nella sola giornata di ieri (19/04/12) questa proposta è girata parecchio (ripresa da Civile.it, su Twitter, Facebook, un paio di mailing list).

 

Segnalo la proposta del Collega Enrico Gorini di Rimini, che suggerisce, senza aspettare un intervento normativo, che

 

"Si può insomma instaurare una "prassi cogente". In accordo con la controparte (con cui magari abbiamo preso accordi in separata sede) all'udienza si deposita un foglio "di deduzioni a far parte integrante dell'udienza" con cui, premesso che il principio di economia processuale vuole favorire ecc. ecc. ecc. le parti congiuntamente dichiarano di voler eseguire gli scambi e i depositi di memorie tramite utilizzo di PEC. Non è che il deposito non c'è, è solo la forma materiale del deposito che cambia !!! Non è una prassi contra legem ! Voglio vedere se i cancellieri si rifiutano di stampare: ne nasce un casino pauroso. Il Giudice dal canto suo non deve pronunciarsi necessariamente con un si o un no scritto, ma intanto può ben fare "si" con la testa, e allora il problema è superato!"

 

Forza, si può fare!

 

Intanto a me gira in testa da ieri pomeriggio un'altra idea per il processo civile, anche quella a costo zero: devo metterla un attimo meglio a fuoco, e poi la porterò su queste pagine