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Due giorni tra gli avvocati di Bucarest

Materia: Attualità - Fonte: Renato Savoia - 17.09.2012
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Abstract: Appunti sparsi




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[Aggiornamento del 20/09/12: il presente resoconto è stato ripubblicato da Civile.it. Sono grato al direttore Spataro per le parole di stima.]

 

 

* * *

 

 

E così, da Verona a Bucarest (via Roma) per trascorrere due giorni e qualche ora a contatto con l'avvocatura bucurestana.

 

Qualche impressione a caldo, e senza pretesa di completezza:

 

-  i tempi della giustizia sono ridicoli, paragonati alla elefantica giustizia italiana. Per capirsi, una casua particolarmente complessa può protarsi a un anno, un anno e mezzo. I rinvii normalmente sono a un mese o due;

 

- tutti gli avvocati in tutte le udienze, indistintamente civili e penali, sono in aula in toga, pena il pagamento di una multa. E' quello che propongo da una vita: uno può essere vestito come vuole, ma in aula va in toga. In Italia temo non succederà mai;

 

- anche nelle aule delle udienze civili regna il silenzio: gli avvocati della cause successive rimangono seduti tra i banchi, e non vola una mosca. Che differenza rispetto al "mercato" cui siamo putroppo abituati;

 

- i consiglieri dell'Ordine sono giustamente retribuiti, per l'attività che svolgono. In effetti non si capisce perchè, visto che si tratta di attività che sotttrae tempo alla professione, debba essere (come è in Italia) un incarico gratuito;

 

- l'esame da avvocato si affronta qualche mese dopo la laurea e, superatolo, si è già avvocati ma cd. "stagiari". Ciò comporta che per due anni si può patrocinare solo avanti il Tribunale, non in Corte D'Appello. Al termine dei due anni c'è un altro esame, per diventare avvocati cd. "definitivi". Dopo sei anni da "definitivi" in automatico si è cassazionisti. Considerato che il fenomeno dei fuoricorso è praticamente inesistente ciò vuol dire che a 24-25 anni sono già avvocati;

 

- la "cassa forense" si paga mese per mese, sulla base del reddito fatturato, e attualmente si versa il 10%, tramite il proprio ordine;

 

- molti avvocati parlano correntemente l'inglese e parecchi qualche altra lingua. Da questo punto di vista ne avremmo, da imparare...

 

- la procedura esecutiva si affida a ufficiali giudiziari privati, che poi prendono il 10% del recuperato, oltre alle spese vive. Evidentemente in questo modo cercano di fare in modo che i verbali negativi e i pignoramenti infruttuosi siano il minimo possibile...;

 

- i divorzi consensuali (non esiste la dicotomia separazione-divorzio) possono essere fatti dal notaio;

 

- non esistono tariffe vincolanti, ma si pattuisce con il cliente.

 

Sicuramente mi sfugge qualcosa, ma va bene così.

 

Per altro, a chi pensa che sia stato troppo "generoso" nei giudizi consiglio la lettura del rapporto "Doing business 2012", liberamente scaricabile, da cui risulta che l'Italia è al 158° posto, per quel che riguarda la Giustizia, e la Romania al 56°. Evidentemente qualche ragione per questa differenza ci deve essere...

 

Come anticipato nel pezzo e video di qualche giorno fa, mi sono recato in concomitanza del convegno/festa per i centottantuno anni dell'avvocatura bucurestana, che si è tenuto al Palazzo del Parlamento (il secondo edificio più grande del mondo).

 

Lì ho avuto il piacere e l'onore* di poter salutare i circa 1.500 presenti: come è andata, lo potete vedere nel video (che, sia detto per non spaventare, è in rumeno solo per il primo minuto, poi ho virato sull'inglese :)

 

 

                                                                                       Renato Savoia

 

 

* Due sono stati gli avvocati stranieri presenti e che hanno parlato: uno è il presidente dell'ordine di Versailles, l'altro lo conoscete.