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Al diavolo i diritti acquisiti!

Materia: Attualità - Fonte: Aduc - 02.02.2013
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Abstract: Poche ma incisive righe sulla Cassa Forense



Non c'è nulla da aggiungere a questo breve pezzo dell'ottimo collega Alessandro Gallucci sull'iniquità della Cassa Forense, e con il suo cortese permesso riproduco il pezzo (originariamente QUI):

 

 

Vorrei poter scegliere io se versare i contributi per la pensione, assumendomi così la responsabilità per il mio futuro. Vorrei uno Stato che mi spiegasse l'importanza della previdenza e che non me la imponesse e basta.

 

Poi vorrei poter scegliere, se decidessi di "accumulare", a chi affidare i miei risparmi.


Ed alla fine sarebbe bene che agli ingordi di quella generazione che ha usufruito del sistema retributivo uno Statista illuminato dicesse: "abbiamo scherzato dovete prendere un po' meno altrimenti chi sta dopo di voi finisce strangolato".


Al diavolo i diritti acquisiti. Se questi si basano sulle deprivazioni – che diventano privazioni di possibilità e dunque felicità – non sono diritti ma privilegi. Qual è il nostro giudizio sul massimo sfruttamento del lavoro altrui per il mantenimento di un’odiosa posizione di vantaggio, insomma che cosa pensiamo oggi della schiavitù?

 

Qual è la differenza tra la schiavitù ed il mantenimento forzoso, per ordine legislativo, di un sistema di previdenza a vantaggio esclusivo dei più forti?

 

Andare in pensione, com’è successo per lungo tempo, a 55-57 anni percependo una somma simile allo stipendio che s'è guadagnato negli ultimi anni di carriera e non quanto s'è accumulato nel corso della vita è ingiusto al pari del vitalizio dato ai parlamentari dopo qualche anno di bivacco alla bouvette di Montecitorio.